Rettocolite ulcerosa

La rettocolite ulcerosa, o colite ulcerosa, è una malattia infiammatoria cronica intestinale (I.B.D.) che coinvolge principalmente la zona del retto e può estendersi in maniera parziale o totale al colon.

Contrariamente a quanto accade nella malattia di Crohn, la colite ulcerosa colpisce solamente la sezione dell’intestino crasso, in particolare la regione discendente, rimanendo circoscritta agli strati più superficiali del lume intestinale.
La patologia si manifesta tramite una forte infiammazione in grado di danneggiare e uccidere le cellule che fungono da rivestimento delle pareti intestinali fino a provocare la formazione di ulcere che causano sanguinamento e produzione di pus, da cui deriva il nome della malattia ‘rettocoliteulcerosa’.

Incidenza.
La colite ulcerosa è maggiormente diffusa nei paesi altamente industrializzati.
La malattia colpisce soprattutto individui di origine caucasica in una fascia d’età compresa tra i quindici e i trent’anni e tra i cinquanta e i settant’anni, ma può potenzialmente manifestarsi a qualsiasi età, inclusa quella infantile, senza distinzione di genere.
Le statistiche dimostrano inoltre un’importante familiarità: si stima infatti che circa un quinto dei soggetti affetti da colite ulcerose abbiano almeno un membro della famiglia colpito dalla stessa patologia o da un’altra malattia infiammatoria cronica intestinale come la malattia di Crohn.

Quali sono le cause della rettocolite ulcerosa?
Le cause alla base della rettocolite ulcerosa ad oggi risultano ancora sconosciute. Secondo l’orientamento attuale, l’infiammazione generata sarebbe da attribuirsi ad una risposta anomala del sistema immunitario nei confronti di alcuni agenti batterici presenti nell’intestino.

Sebbene non vi siano certezze a riguardo, si ritiene che l’insorgere dell’infiammazione che caratterizza la malattia sia da associarsi ad una serie di elementi interagenti, fra cui predisposizione genetica e fattori ambientali.

  • Predisposizione genetica

La familiarità rappresenta un fattore particolarmente significativo. Gli studi hanno dimostrato che sono all’incirca duecento le variazioni dei geni correlate alla manifestazione della colite ulcerosa, nonostante nessuna di queste possa esserne ritenuta con sicurezza la causa.

  • Fattori ambientali

Il regime alimentare gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della colite ulcerosa: pare infatti che una dieta ricca di grassi di origine animale, ma povera in fibre, possa influire in maniera importante sulle probabilità di ammalarsi.

Un ulteriore fattore di rischio è costituito dalla colangite sclerosante, una malattia rara caratterizzata da un’infiammazione dei dotti biliari attraverso cui transita la bile, sostanza indispensabile alla digestione dei grassi. 

Al contrario di quanto si pensa comunemente, la colite ulcerosa non può essere generata da stress o sensibilità a determinati prodotti alimentari, sebbene questi elementi possano contribuire ad un’intensificazione dei sintomi.

Quali sono i sintomi della rettocolite ulcerosa?
I sintomi della colite ulcerosa possono essere diversi, a seconda della zona colpita dall’infiammazione e della sua intensità.
In linea generale, la malattia si accompagna a crampi addominali, spesso attenuati dall’evacuazione, e diarrea con presenza di sangue nelle feci. Lo stimolo alla defecazione si presenta tramite spasmi dolorosi (tenesmo) anche in caso di piccole quantità di feci, tanto da causare difficoltà nel trattenimento di piccoli volumi talvolta composti da solo muco o sangue.
A questi sintomi si accompagnano anche:

  • Sanguinamento rettale
  • Perdita di peso
  • Anemia
  • Sudorazione notturna
  • Senso di affaticamento e stanchezza
  • Febbre
  • Disidratazione

Quanto più è estesa l’infiammazione, tanto più i sintomi della colite ulcerosa si intensificano, tanto da richiedere in alcuni casi il ricovero ospedaliero.
In circa un terzo dei soggetti, si verificano manifestazioni della malattia che coinvolgono regioni extra-intestinali, quali problematiche alle articolazioni, noduli sottocutanei, patologie epatobiliari, episclerite e uveiti.
Esattamente come accade per altre malattie infiammatorie croniche intestinali, i sintomi della colite ulcerosa si presentano in un’alternanza di periodi di remissione, caratterizzati da un’assenza di sintomi, a fasi di riacutizzazione degli stessi.

Diagnosi.
L’identificazione della malattia richiede il ricorso a diverse tecniche diagnostiche accompagnate da un’accurata analisi della storia clinica del paziente da parte del medico curante.
Gli esami previsti per la diagnosi di una colite ulcerosa comprendono:

  • Analisi del sangue

Le analisi del sangue aiutano ad individuare un possibile stato di anemia che, seppur non determinante, può rappresentare un primo indizio della presenza di ulcere nel retto o nel colon. Un elevato numero di globuli bianchi può essere inoltre un indicatore importante dell’andamento in corso di un’infiammazione nell’organismo.

  • Esami delle feci

La raccolta e l’analisi delle feci del paziente possono rivelare la presenza di sangue o di un alto numero di globuli bianchi, sintomo della forte risposta immunitaria alla base della colite ulcerosa. L’esame permette inoltre di individuare eventuali infezioni nel retto o nel colon causate da microrganismi dannosi.

  • Colonscopia

La colonscopia rappresenta la tecnica diagnostica più sicura e accurata per l’identificazione della colite ulcerosa e permette di escludere la presenza di altre possibili patologie come ad esempio la malattia di Crohn o il tumore al colon.
L’esame viene effettuato tramite l’introduzione di un endoscopio, un tubo di piccole dimensioni collegato a un computer, nell’ano, grazie a cui è possibile ottenere delle immagini nitide dello stato di salute del retto e del colon.
In caso di colite ulcerosa, le mucose presenteranno ulcerazioni puntiformi e lesioni più o meno estese a seconda dello stadio di avanzamento della malattia. Queste ulcere sono la prima causa dei principali sintomi della malattia, come il sanguinamento e il riversamento di muco nel lume dell’intestino.

È possibile che durante la procedura endoscopica il medico decida di eseguire anche una biopsia, attraverso cui sarà prelevato un piccolo pezzettino di tessuto delle pareti del colon da sottoporre poi a esame istologico in laboratorio.

Alle metodologie appena descritte, il medico curante potrebbe decidere per la diagnosi della colite ulcerosa di ricorrere anche ad una radiografia.

Decorso e complicanze.
La colite ulcerosa è una patologia cronica permanente: questo significa che, come già precedentemente accennato, i sintomi si manifestano in maniera ricorrente per tutta la vita. Un aspetto tipico della malattia consiste nell’alternanza tra periodi di latenza, con assenza di sintomi, a fasi di recidiva, caratterizzate da una riacutizzazione dell’infiammazione.

Se non adeguatamente trattata, la colite ulcerosa può portare a gravi complicanze, tra cui:

  • Megacolon tossico

Tra le più gravi conseguenze della colite ulcerosa vi è la possibilità di sviluppare il megacolon tossico. Questa patologia consiste in una distensione spropositata del colon sino alla sua totale paralisi: in questo modo viene impedito il passaggio di sostanze, causando il ristagno di feci o altri materiali.
Oltre alla manifestazione di sintomi quali febbre, sudorazione e spossatezza, qualora la patologia non venisse trattata potrebbe verificarsi una rottura del colon, in grado di mettere a rischio la vita stessa del paziente.

  • Acutizzazione dei sintomi

Se l’infiammazione alla base della colite ulcerosa non viene sottoposta a trattamento, i sintomi tipici come diarrea, febbre, disidratazione, anemia e debolezza possono man mano peggiorare nel tempo.

  • Complicanze extra-intestinali

Con il passare del tempo, la malattia può arrivare a coinvolgere anche altri organi, causando danni al fegato e alle vie biliari, artriti, lesioni agli occhi e alla pelle o patologie reumatiche.

  • Cancro al colon

I pazienti affetti da colite ulcerosa sono sottoposti ad un maggior rischio di sviluppare il cancro al colon. Il rischio è variabile e aumenta in base all’estensione e alla durata dell’infiammazione.
La percentuale di soggetti colpiti dalla patologia che sviluppano un tumore si aggira intorno al 5%.

Terapia e trattamenti.
Ad oggi non esiste una cura definitiva alla colite ulcerosa: le terapie messe in atto hanno come scopo principale un contenimento dell’infiammazione e dei suoi sintomi.
Il trattamento farmacologico adottato varia da paziente a paziente a seconda della gravità e dell’estensione del disturbo e viene definito dal medico curante dopo un’accurata analisi della storia clinica del soggetto.
In linea generale, l’utilizzo di farmaci antidolorifici e antinfiammatori favoriscono il controllo dei sintomi e aiutano ad evitare lo sviluppo di eventuali complicanze.

Tra i farmaci più utilizzati nel trattamento della colite ulcerosa ricordiamo:

  • Aminosilicati

Gli aminosilicati sono farmaci in grado di contenere l’infiammazione. In caso di colite ulcerosa, si utilizzato mesalazina, balsalazide, olsalazina e sulfasalazina.

  • Immunosoppressori

Gli immunosoppressori aiutano a tenere sotto controllo la risposta immunitaria aggressiva che è all’origine della patologia. Tra quelli più utilizzati per la cura della colite ulcerosa vi sono ciclosporina A e azatioprina.

  • Corticosteroidi

La somministrazione di corticosteroidi (cortisone, idrocortisone, budesonide, prednisone) può avvenire per via rettale o sistemica (orale o endovenosa) e ha lo scopo di ridurre l’infiammazione in atto.

Nel caso il paziente non risponda adeguatamente ai trattamenti farmacologici, potrebbe rivelarsi necessario ricorrere all’intervento chirurgico per una resezione del colon.

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