LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE DOMICILIARE

LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE DOMICILIARE

La nutrizione artificiale domiciliare (NAD) viene utilizzata per trattare, presso il domicilio, quei pazienti che si trovano in una condizione di stabilità clinica, dotati delle normali funzioni digestive e che avrebbero bisogno del ricovero esclusivamente al fine del trattamento nutrizionale.

Laddove la situazione lo permette, è una procedura medica molto utile per evitare ricoveri particolarmente lunghi, per favorire la reintegrazione famigliare, sociale e lavorativa e il miglioramento della qualità della vita del paziente oltre che di tutto il suo nucleo famigliare.

Vediamo, quindi, di cosa si tratta e quali sono le modalità corrette per realizzare la NAD.

Cosa è la nutrizione artificiale

Prima di parlare di nutrizione artificiale domiciliare (NAD), è utile ricordare che la nutrizione artificiale è una procedura terapeutica che serve a soddisfare i bisogni nutrizionali di quei pazienti che non sono in grado di alimentarsi autonomamente e/o sufficientemente per via orale.

A differenza dell’alimentazione assistita, dove il paziente viene imboccato e molto spesso il cibo viene frullato per far fronte a problemi di deglutizione e/o di masticazione, sostituisce interamente le funzioni fisiologiche del paziente.

Inoltre, può avere carattere temporaneo se si prevede un pieno recupero delle funzionalità da parte del paziente ma, quando la problematica è cronica, si tratta di una vera e propria procedura salva vita che equivale, a tutti gli effetti, ad un trattamento medico sostitutivo.

La nutrizione artificiale serve a somministrare alla persona con difficoltà o totale incapacità ad alimentarsi le miscele nutritive, ovvero dei preparati correttamente equilibrati dal punto di vista proteico, glucidico, lipidico, vitaminico e idratanti grazie al giusto apporto di acqua, sali minerali e oligoelementi.

I dosaggi vengono calcolati in base allo stato nutrizionale, alla patologia del paziente e alle motivazioni che hanno reso necessaria la nutrizione artificiale.

Come si fa la nutrizione artificiale

In base al quadro clinico del paziente e alla modalità di somministrazione più adatta, è possibile scegliere tra due differenti tipologie di nutrizione artificiale, ovvero la enterale e quella parenterale, partendo dal presupposto che la finalità di entrambe le procedure è la stessa, ovvero quella di garantire l’assunzione delle sostanze nutritive a quei pazienti che non sono in grado di assumerle autonomamente.

Per entrambe è possibile la somministrazione in regime ospedaliero o la nutrizione artificiale domiciliare, anche per periodi lunghi, e devono essere prescritte da un medico specialista che seguirà i protocolli per il trattamento e ne monitorerà l’efficacia per il paziente.

Vediamole, quindi, nel dettaglio.

Cosa è la nutrizione enterale

Normalmente, nei casi in cui l’apparato gastrointestinale del paziente è funzionante e le difficoltà e gli impedimenti sono correlati all’assunzione degli alimenti, viene consigliata la nutrizione artificiale enterale.

Questa procedura medica utilizza il cosiddetto sondino, ovvero un’apposita sonda con la quale si introducono le sostanze nutritive direttamente all’interno dell’apparato digerente del paziente. In base alla sua posizione di ingresso nell’organismo, che varia in base al quadro clinico e alle esigenze specifiche del paziente, si può utilizzare:

  • il sondino naso-gastrico, un tubicino che si inserisce nel naso e arriva allo stomaco;
  • il sondino naso-duodenale, un tubicino che si inserisce nel naso e arriva nell’intestino;
  • le stomie, che permettono l’alimentazione diretta attraverso lo stomaco (nel caso della Gastrostomia Endoscopica Percutanea o PEG) o l’intestino (nel caso della Digiunostomia Endoscopica Percutanea o PEJ) attraverso l’uso di una sonda.

Nulla cambia in caso di nutrizione artificiale domiciliare enterale.

Cos'è la nutrizione parenterale

Nella nutrizione artificiale parenterale, indicata nei casi di insufficienza intestinale acuta o cronica, le miscele nutritive entrano direttamente nella circolazione sanguigna tramite vena e si utilizza un catetere centrale ad inserimento periferico (PICC).

Inoltre, segnaliamo che esistono PICC specifici per l’età neonatale e pediatrica.

Anche in questo caso, nulla cambia in caso di nutrizione artificiale domiciliare parenterale.

Come si fa la nutrizione artificiale domiciliare

La nutrizione artificiale domiciliare (NAD) consiste nella somministrazione extraospedaliera della terapia e presenta le stesse indicazioni previste per la NA ospedaliera.

La NAD deve essere prescritta su base clinica, eticamente corretta e adeguata all’ambiente in cui vive il paziente.

Nel caso di inadeguatezza ambientale per mancanza di salubrità o del paziente/caregiver (nel caso di pazienti non autosufficienti), la nutrizione artificiale deve comunque essere assicurata al paziente all’interno di un luogo adatto alla gestione del trattamento.

Materiali

L’occorrente per effettuare la nutrizione artificiale domiciliare consiste in:

  • nutrienti da somministrare;
  • sacca e deflussore, per la somministrazione a caduta o per la nutri pompa (se prevista);
  • siringa “cono-catetere” per lavare la sonda prima e dopo la somministrazione del nutriente e secondo le ulteriori indicazioni;
  • nutri pompa, per somministrare con regolarità e precisione (ml/ora) i nutrienti e secondo gli schemi consigliati e prestabiliti;
  • piantana, cioè il supporto per la pompa e per il nutriente.

Uso del sondino: cosa controllare

Durante la nutrizione artificiale domiciliare, ci sono diversi fattori da tenere sotto controllo.

Per quanto riguarda il sondino, prima della somministrazione bisogna controllare che esso sia pervio, cioè libero da ostacoli, e che permetta il passaggio delle miscele nutrizionali. Inoltre, si consiglia di evitare le trazioni o i movimenti bruschi durante il suo utilizzo.

Il sondino, inoltre, non dovrebbe essere usato per somministrare farmaci ma, qualora fosse l’unica strada percorribile a causa delle condizioni del paziente, si consiglia di lavarlo dopo ogni uso con acqua tiepida utilizzando la siringa a cono.

Il cerotto con cui il sondino è fissato al naso deve essere sostituito ogni 2-3 giorni.

Infine, in caso di rimozione accidentale del sondino si consiglia di non farsi prendere dal panico e di avvertire il medico o l’assistenza infermieristica domiciliare del distretto che potranno sostituirlo anche a distanza di ore.

Uso della stomia: cosa controllare

Durante la nutrizione artificiale domiciliare tramite stomia con PEG o PEJ, i principali fattori aggiuntivi (oltre ai precedenti) da tenere sotto controllo sono:

  • pulizia della cute attorno alla stomia con acqua tiepida e sapone dermoliquido, lasciando asciugare all’aria la cute senza coprire con garze;
  • la stomia dovrebbe essere lasciata a contatto con l’aria per evitare la comparsa di dermatiti di varia natura;
  • controllare che la cute presso la sede di inserimento non sia arrossata, irritata, gonfia (in caso contrario, avvertire il vostro medico);
  • controllare che non si formi del tessuto cutaneo di quantità superiore e di colore rossastro (tessuto di granulazione) che tende a sanguinare. Per ridurre tale evento è necessario ridurre i movimenti involontari della sonda ma si consiglia di informare il medico in caso di sanguinamento persistente.

Norme igienico sanitarie

Le norme igienico sanitarie da rispettare in caso di nutrizione artificiale domiciliare riguardano, in primis, le condizioni ambientali che devono essere idonee al trattamento. Diversamente, il trattamento deve essere effettuato presso una struttura adatta.

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