Come si effettua e come prepararsi alla visita proctologica

Come si effettua e come prepararsi alla visita proctologica

Sebbene la visita presso il medico proctologo sia spesso fonte di timore e preoccupazione, di carattere sia fisico che psicologico, prepararsi alla visita proctologica è molto più semplice di quanto non si pensi.

Al fine tuttavia di ottenere una corretta diagnosi, è fondamentale eseguire passo a passo l’iter fornito dal medico curante.

Generalmente la visita proctologica avviene tardivamente rispetto alla comparsa delle prime manifestazioni sintomatiche: è piuttosto comune infatti che il paziente tenda a minimizzare i sintomi, anche per via della loro fugacità. È possibile infatti che gli episodi di sanguinamento avvengano in maniera sporadica e che dunque siano ritenute dal soggetto di minore importanza, tanto da trascurarle fino ad uno sviluppo patologico più importante.

Sarebbe dunque fortemente consigliabile rivolgersi al proprio medico specialista non appena si avvertono i primi sintomi: soprattutto per quanto concerne le malattie proctologiche, intraprendere un percorso terapeutico nelle fasi iniziali della patologia può prevenire l’insorgenza di complicanze di peggiore natura.

 

Preparazione alla visita proctologica

In presenza di segni e sintomi di emorroidi, è opportuno fissare un appuntamento col proprio medico curante. In base ai sintomi, sarà lui a indicare eventualmente lo specialista più appropriato (ad esempio un gastroenterologo o un chirurgo) per la valutazione e il trattamento.

Per prepararsi alla visita proctologica al meglio, è bene seguire questi semplici consigli:

  • quando si prende l’appuntamento, chiedere se ci sono delle cose da fare prima della visita;
  • annotare i sintomi e da quanto tempo li si nota;
  • segnare la propria dieta, l’apporto di fibre e le abitudini intestinali (frequenza delle scariche, caratteristiche delle feci, eventuali difficoltà di evacuazione);
  • scrivere la lista dei farmaci utilizzati abitualmente, comprese vitamine e integratori alimentari;
  • preparare un elenco delle domande da porre al medico.

In attesa della visita proctologica, è comunque possibile adottare comportamenti atti ad ammorbidire le feci, come mangiare cibi ad alto contenuto di fibre, quali ad esempio frutta, verdura e cibi integrali.

È inoltre importante bere almeno 1-2 litri d’acqua al giorno per ridurre la consistenza delle feci e alleviare così i sintomi.

 

Durante la visita: le domande da porsi

Prepararsi alla visita proctologica significa anche tenere conto di alcune semplici domande che il medico potrebbe porre:

  • quando sono comparsi i sintomi?
  • quanto sono fastidiosi?
  • quante fibre vengono ingerite con la dieta?
  • c’è qualcosa che sembra alleviare i disturbi?
  • c’è qualcosa che sembra peggiorare i sintomi?
  • c’è qualcuno in famiglia che soffre o ha sofferto di emorroidi?
  • c’è qualcuno in famiglia che ha avuto un tumore intestinale (colon, retto o ano)?
  • come andate di corpo?
  • quando andate di corpo, si nota sangue sulla carta igienica, nel water o mischiato alle feci?

Come si effettua la visita proctologica

Il medico potrebbe valutare la presenza di eventuali emorroidi esterne, semplicemente attraverso l’osservazione. Per diagnosticare la presenza di emorroidi interne, potrebbe essere necessaria l’esecuzione dei seguenti esami:

  • esplorazione digitale del canale anale e del retto: l’esplorazione rettale digitale consiste nell’inserimento di un dito guantato e opportunamente lubrificato nel retto; questo consente al medico di avvertire l’eventuale presenza di escrescenze. In base a questa valutazione, il medico deciderà quali altri esami possono essere opportuni;
  • ispezione visiva del canale anale e del retto: dal momento che le emorroidi interne hanno spesso una consistenza troppo morbida per essere avvertite all’esplorazione rettale digitale, il medico potrebbe decidere di esaminare la parte più bassa del colon-retto con un anoscopio, un rettoscopio o un sigmoidoscopio. Sono strumenti per endoscopia che permettono al medico di esaminare l’interno dell’ano, del retto e/o del sigma.

In alcuni casi, il medico potrebbe decidere di sottoporre il paziente a un esame più esteso, cioè a una colonscopia. Questo soprattutto se i sintomi lamentati possono essere indicativi di una diversa patologia dell’apparato digerente, qualora si abbiano fattori di rischio per cancro del colon, se il paziente ha più di 50 anni e se non ha fatto una colonscopia negli ultimi 10 anni.

Se il medico è preoccupato che si abbia perso una quantità significativa di sangue, potrebbe richiedere l’esecuzione di esami del sangue, fra cui emocromo completo, emoglobina ed ematocrito. Se si è in terapia anticoagulante con warfarin, farà probabilmente controllare il tempo di protrombina o l’International Normalized Ratio (INR) per misurare il livello di coagulazione.