Emorroidi: cosa sono e come curarle
Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto vascolare che giocano un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale. Sono una componente normale e fisiologica delle strutture del canale anale e sono composte, oltre che da tessuto vascolare contenente un alto numero di vasi arteriosi e venosi tra loro collegati (anastomizzati), da tessuto connettivo con un elevato contenuto di fibre elastiche e collagene.
Si parla, invece, di malattia emorroidaria, quando si verifica il prolasso della mucosa del retto, che fa slittare verso il basso i cuscinetti emorroidari i quali, non più localizzati nella loro sede anatomica normale, possono cominciare a dolere e sanguinare.
Le emorroidi possono essere localizzate all’interno del retto (emorroidi interne) oppure sotto la pelle che circonda l’ano (emorroidi esterne) oppure possono essere miste interne ed esterne.
Cause delle patologie emorroidarie: perché si formano?
La malattia emorroidaria, spesso indicata erroneamente con il semplice termine “emorroidi”, è provocata da uno scivolamento verso il basso di una parte del rivestimento del canale anale (prolasso mucoso): la mucosa rettale, scivolando verso il basso, spinge verso l'esterno le emorroidi interne, che a loro volta spingono fuori le emorroidi esterne. Esistono diverse condizioni che predispongono alla patologia o che vi sono associate. Le più comuni sono: fattori ereditari, costipazione, aumento della pressione intra-addominale, lavoro estenuante e sforzi eccessivi, stress psichico.
Le emorroidi sono classificate in diversi gradi di gravità:
- I grado: lieve prolasso della mucosa del retto, in genere asintomatico. Le emorroidi interne sono sempre all’interno del canale anale;
- II grado: prolassano (escono attraverso l’ano) con la defecazione, ma rientrano spontaneamente (riduzione spontanea);
- III grado: prolassano e per rientrare richiedono una pressione manuale (riduzione manuale);
- IV grado: prolassano e non è possibile farle rientrare, neanche con la pressione manuale (riduzione impossibile).
Incidenza
Le emorroidi sono il più comune disturbo anorettale. L’entità della loro diffusione non è facile da stabilire, perché molte persone che soffrono di emorroidi non consultano mai il medico.
Dati del National Center for Health Statistics (NHS) americano indicano 10 milioni di persone affette da emorroidi negli USA, con una prevalenza del 4,4%. Altre fonti, riferite sempre ai Paesi industrializzati, parlano di frequenze fino al 30% circa.
Le emorroidi possono colpire chiunque a qualunque età, ma la loro frequenza aumenta sopra i 50 anni, età in cui, secondo alcune fonti, ne sarebbe affetto addirittura circa il 50% dei soggetti. Infatti, le emorroidi sono particolarmente diffuse negli anziani.
Nelle donne tendono a prevalere durante il periodo della gravidanza; il 60% delle donne incinte, infatti, è affetto da disturbi emorroidari. Si tratta di un problema che emerge alla fine della gravidanza e prosegue fino a dopo il parto. Per oltre la metà delle donne, inoltre, il problema non rientra dopo la nascita del bambino. Fra le cause delle emorroidi si riconoscono le marcate modificazioni ormonali associate alla gravidanza e la stitichezza, problema che affligge circa il 65% delle donne in dolce attesa, perché nei primi mesi di gravidanza aumentano le necessità metaboliche (per il feto da nutrire) e la diuresi.
Dati della Società Italiana Unitaria di ColonProctologia (SIUCP) indicano che in Italia oltre 3,7 milioni di persone soffrono di emorroidi, con prevalenza nei maschi.
Quali sono i sintomi delle emorroidi?
I primi sintomi delle emorroidi possono essere fastidio, prurito e bruciore nella regione anale.
Altri segni e sintomi che possono manifestarsi sono:
- sanguinamento non doloroso durante la defecazione: si possono notare piccole quantità di sangue rosso vivo sulla carta igienica o nel water;
- gonfiore intorno all’ano;
- dolore a livello della regione anale;
- presenza di un grumo/bozzolo in prossimità dell’ano, che può essere sensibile o dolente;
- perdita di piccole quantità di feci.
I sintomi delle emorroidi dipendono solitamente dalla localizzazione. Le emorroidi interne generalmente non si riescono né a vedere né a sentire. Tuttavia lo sforzo della defecazione e l’irritazione legata al passaggio delle feci possono danneggiarne la delicata superficie e causare sanguinamento. Talvolta, lo sforzo della defecazione può spingere un’emorroide interna verso l’esterno attraverso il canale anale. In questo caso si parla di protrusione o prolasso dell’emorroide, che può causare irritazione e dolore.
Qualche volta il sangue in un’emorroide esterna può formare un coagulo (trombo), che aumenta il gonfiore, causa infiammazione e dolore, soprattutto durante la defecazione e in posizione seduta.
Quali sono le possibili complicanze delle patologie emorroidarie?
L’evoluzione (prognosi) delle emorroidi è generalmente benigna, grazie ai diversi tipi di trattamento previsti. Tuttavia, talvolta le emorroidi possono ripresentarsi, con ricomparsa dei sintomi.
Le complicazioni sono rare, le principali sono le seguenti:
- anemia: la perdita cronica di sangue dalle emorroidi può causare anemia, cioè diminuzione di globuli rossi ed emoglobina nel sangue; l’anemia si manifesta con debolezza, affaticabilità (tendenza a un rapido esaurimento delle energie);
- strangolamento di un’emorroide: se si causa un’ostruzione, per cui il passaggio di sangue all’emorroide si interrompe, l’emorroide può diventare “strangolata”, provocando un dolore molto forte; questa situazione può portare alla trombosi emorroidaria.
Il prolasso delle emorroidi, in qualche caso, può dare origine a una dermatite perianale persistente.
La presenza di emorroidi può associarsi talvolta a stitichezza o a incontinenza delle feci, soprattutto se liquide.
Emorroidi: quando rivolgersi al medico?
La perdita di sangue dal retto o dall’ano non è mai normale e, anche se la causa più comune sono le emorroidi, in queste evenienze è opportuno consultare il proprio medico curante.
Esistono, infatti, altre possibili cause di sanguinamento rettale e possono essere anche gravi (malattie infiammatorie dell’intestino, cancro del colon).
Se il sanguinamento è accompagnato da dolori addominali, è opportuno rivolgersi subito al proprio medico curante: le emorroidi non provocano mal di pancia.
È bene rivolgersi subito al medico se si è in terapia con anticoagulanti, per esempio warfarin o clopidogrel.
Alcuni soggetti possono perdere anche quantità significative di sangue e avere sintomi come debolezza e giramenti di testa ed è quindi consigliabile consultare il medico.
È bene chiedere consiglio al medico anche se si avverte un’emorroide esterna indurita (trombo) o prolassata, che non può essere spinta nuovamente all’interno attraverso l’ano.