COVID-19 E APPARATO DIGERENTE: SINTOMI E CONSEGUENZE

COVID-19 E APPARATO DIGERENTE: SINTOMI E CONSEGUENZE

L’infezione da SARS-CoV-2 non causa solamente problematiche respiratorie (come febbre, tosse e dispnea) o la perdita del gusto (disgeusia) e/o dell’olfatto (anosmia), ma può provocare anche sintomi e problematiche gastro-intestinali più o meno gravi e più o meno durature nel tempo.

Antonio Gasbarrini, direttore del reparto di Medicina Interna e della Gastroenterologia al Policlinico “Gemelli” di Roma, ha portato a termine uno studio secondo il quale sono 247 su 420 i pazienti che hanno contratto il Covid-19 e che hanno sviluppato anche delle patologie dell’apparato digerente.

Questi dati vengono confermati anche da altri ricercatori che a livello internazionale stanno studiando il virus (in primis il team di Wuhan). La scoperta è stata avvalorata da ulteriori studi eseguiti sui tamponi rettali e sui campioni di feci dei pazienti all’interno dei quali sono state trovate tracce di SARS-CoV-2 fino a 10-12 settimane dopo l’infezione, e anche se le problematiche respiratorie si erano risolte del tutto.

Ad oggi la comunità scientifica ritiene sia del tutto lecito affermare che il virus si replichi anche all’interno dell’intestino tenue e crasso e che ci sia un rischio di trasmissione anche a livello oro-fecale.

C’è un legame, quindi, relativamente a Covid-19 e apparato digerente, e i sintomi e le conseguenze sull’organismo sono in parte stati identificati e in parte sono in corso di approfondimento. In ogni caso, è ad oggi sicuro che il virus infetti anche il tratto gastro-intestinale e si replichi attivamente all’interno di esso, danneggiandolo.

Continuiamo spiegando perché il Covid-19 attacca anche l’apparato digerente, quali sono i sintomi e quali sono le conseguenze per i pazienti che contraggono l’infezione.

Perché il Covid-19 attacca l’apparato digerente

Il Covid-19 attacca l’apparato digerente perché si lega all’organismo umano usando come recettore la proteina ACE2, che è presente in molti tipi di cellule (del cuore, dei reni, dei vasi sanguigni e del fegato) tra cui vi sono quelle dei polmoni, della bocca e del naso e quelle della mucosa gastro-enterica.

L’ACE2 svolge molte funzioni in processi come, ad esempio, quello della regolazione della pressione sanguigna, della guarigione delle ferite e delle infiammazioni, e quando il virus si lega a questa proteina ne impedisce il normale e corretto funzionamento.

Bisogna sottolineare un aspetto importante che potrebbe essere uno dei motivi che spiega l’imprevedibilità nello sviluppo e nel decorso di un’infezione da Covid-19: la proteina ACE2 è presente in tutte le persone ma in una quantità e con una distribuzione all’interno dell’organismo variabile da individuo a individuo.

Dagli studi condotti finora, sembra che possa essere maggiore nei pazienti con ipertensione, diabete o malattie coronariche e che questi soggetti risulterebbero essere, di conseguenza, più a rischio.

 

Sintomi del Covid-19 sul tratto gastro-intestinale

I pazienti che contraggono il Covid-19 e che riportano delle problematiche gastro-intestinali sviluppano i seguenti sintomi:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Gonfiore;
  • Discomfort addominale, cioè fastidio allo stomaco e all’intestino;
  • Inappetenza.

I problemi del tratto gastro-intestinale possono comparire anche in via esclusiva (quindi senza gli altri sintomi del Covid-19), all’esordio della patologia o addirittura prima delle problematiche respiratorie. Tali problemi talvolta persistono anche quando il paziente ha superato le problematiche respiratorie e ha un tampone negativo.

In questo particolare momento pandemico, se un soggetto sviluppa uno dei suddetti sintomi si consiglia di valutare la possibilità di aver contratto il SARS-CoV-2 e di escludere con certezza l’infezione prima di ipotizzare una qualsiasi patologia a carico dell’apparato digerente.

C’è un’altra cosa importante da dire sul Covid-19 e sull’apparato digerente, anche se i sintomi e le conseguenze sono talvolta meno evidenti fisicamente: il virus attacca, altera e danneggia anche il microbiota intestinale (cioè la flora batterica composta da microorganismi che svolgono funzioni molto importanti per il corpo umano tra cui la regolazione del sistema immunitario) e la barriera intestinale.

Per questo motivo, l’equilibrio del microbiota, la cosiddetta eubiosi, è da tenere in considerazione e non è un fattore da trascurare; probabilmente saranno presto disponibili degli esami strumentali che serviranno a verificare se il virus ha attaccato l’apparato digerente.

Conseguenze del Covid-19 sull’apparato digerente e decorso

Gli effetti del SARS-CoV-2 a livello gastro-intestinale non sono rari né tanto meno da sottovalutare.

Studiando il Covid-19 e l’apparato digerente, i sintomi e le conseguenze sugli organi del tratto gastro-intestinale, sono stati osservati alcuni casi in cui i pazienti hanno sviluppato dei danni a livello epatico con alterazione dei valori AST, ALT e GGT che sono degli indicatori di un malfunzionamento del fegato.

Le patologie che si sono osservate, con una frequenza compresa tra il 2 e l’11 %, sono la steatosi epatica non alcolica, l’epatite alcolica e le epatopatie immunomediate.

Il meccanismo che causa il danno epatico non è ancora stato chiarito ed è in corso di studio, ma si ipotizza che tra le cause possano esserci: un’infezione virale con danno diretto degli epatociti, una lesione immuno-correlata o l’epatotossicità da farmaci.

Inoltre, non si esclude che il Covid-19 si leghi ai colangiociti attraverso il recettore ACE2 modificando la regolazione della funzionalità epatica.

Per quanto riguarda la presenza di RNA di SARS-CoV-2 nelle feci, dagli studi dei campioni, alcuni pazienti sono risultati positivi fino a 10-12 settimane dalla guarigione anche se i tamponi nasofaringei erano negativi. Ciò indica che l’apparato gastro-intestinale è l’ultimo che riesce a smaltire in via definitiva ogni rimanenza virale.

Non bisogna sottovalutare neanche gli effetti indiretti del Covid-19 sui pazienti che presentano delle patologie gastro-intestinali pregresse all’insorgere della pandemia. Ciò significa che lo stato di tensione, ansia e talvolta di depressione che le persone stanno vivendo a causa del lockdown, delle restrizioni, delle paure e dell’incertezza può accentuare la sintomatologia di malattie sulle quali influiscono lo stato emotivo e la psicologia del paziente.
Rientrano in questa casistica, ad esempio, la sindrome dell’intestino irritabile e il reflusso gastrico.

Infine, è in corso di studio la possibilità che il Covid-19 lasci dei danni permanenti all’apparato digerente colpito, proprio come può capitare per i polmoni. Alcuni dei pazienti, del tutto sani prima dell’infezione, continuano infatti a presentare problemi del tratto gastro-intestinale come se l’intestino fosse irritabile anche se sono guariti completamente.

Si sta cercando di capire se esiste, quindi, una sindrome intestinale post Covid.

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